domenica 18 gennaio 2015

Recensione "Mr. Mercedes" di Stephen King

Effetti horror per il Re degli horror
Quando ho messo nella lista dei desideri "Mr. Mercedes" di Mr. King, sinceramente pensavo fosse l'ennesimo horror intrigante. E invece, sorpresa sorpresa, mi è stato regalato per la Befana e ho scoperto che... E' un thriller, signore e signori! Il primo thriller di Stephen, ebbene sì. Sono rimasta davvero stupita di questa sua scelta, ma unire uno dei miei scrittori preferiti al mio genere letterario preferito beh... Come poter resistere?

Il dorsetto smileoso

Non so se voi abbiate mai letto un thriller (mi auguro proprio di sì, altrimenti che Iddio abbia pietà delle vostre anime!), ma generalmente ci sono due grossi filoni/modi di procedere.

1) Il libro è disseminato di indizi sul misteriosissimo serial killer la cui identità rimane super segreta fino all'ultima riga del testo
2) Il killer è uno dei narratori, pertanto si seguono le sue mosse da subito e il libro diventa una caccia all'uomo.

La copertina del libro senza effetti bizzarri

Ebbene, Mr. Mercedes appartiene alla seconda categoria: fin dal secondo o terzo capitolo voi saprete chi è il Killer, che lavoro fa, quanti anni ha il suo gatto e di che colore porta le mutande ogni giorno. Per me è un grosso punto a sfavore, ma c'è di buono che in questo modo il personaggio acquisisce una caratterizzazione molto superiore rispetto all'altra variante di thriller. 
Per cui, chi è Mr. Mercedes? Il nostro killer è un adorabile ragazzo con un'infanzia non molto spensierata, dal carattere imprevedibile e calcolatore allo stesso tempo (sembra impossibile, ma è così). Dopo aver sbaragliato come tanti birilli una grossa folla di persone (e averne ammazzate parecchie) a bordo di una Mercedes presa in prestito, decide di giocare con le vite delle persone coinvolte, fra cui il Detective Hodges, o meglio Detective in pensione Hodges, un signore sovrappeso con prospettive per il futuro pari a zero. Una volta invischiato nella faccenda grazie ad una lettera da parte del serial Killer, Hodges decide di coinvolgere nelle sue investigazioni un ragazzino di 17 anni, una donna mentalmente disturbata e la sorella di una delle vittime collaterali del serial Killer (non dico nulla di più ond'evitare lapidazione per spoiler).

Il retro-libro

Cosa ne penso del libro?
Dunque, come sempre King ha uno stile di scrittura meraviglioso, scorrevole e intrigante insieme. Il suo dono è quello di rendere vivi e credibili tutti i personaggi, che siano comparse o protagonisti. 
Però, ed è un gran però, la caccia all'uomo è gestita estremamente male. Il Detective ed i suoi fidi compagni sembrano trovare indizi e idee geniali sotto i sassi ogni due per tre, rendendo poco realistica l'indagine. Inoltre il Killer è caratterizzato malissimo, sembra un minestrone di personalità con scheletri nell'armadio che puzzano di vecchio. 
Nonostante questo, i colpi di scena e un finale gestito magistralmente rendono, insieme alla scorrevolezza citata prima, questo libro molto godibile. Sicuramente non sarà il suo libro migliore, e non rientra nella mia classifica di libri Kinghiani preferiti, ma rimane una lettura piacevole, ottima dopo le abbuffate natalizie.


Nessun commento:

Posta un commento